Delibera 8/7/2006 dell’Unione Triveneta sul "decreto Bersani":
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Rovereto, 8 luglio 2006
A mezzo e-mail
Gent.mi Signori
Onorevoli Parlamentari del Triveneto
Presidente C.N.F.
Presidente O.U.A.
Presidente Cassa Forense
Presidenti delle Associazioni Forensi
E p.c.
Consigli dell’Ordine degli Avvocati
Presidenti degli Ordini Triveneti
Oggetto: deliberato Assemblea dell’Unione Triveneta dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati
riunione in Rovereto l’8 luglio 2007
L’Unione Triveneta dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati nella riunione dell’8 luglio 2006 a Rovereto, dopo ampia discussione,
conferma e ribadisce
la propria adesione alla delibera 5 luglio 2006 dell’Assemblea generale dell’Avvocatura italiana;
manifesta
il più fermo dissenso nei confronti di un provvedimento emesso senza il rispetto delle competenze funzionali, senza confronto con gli Avvocati, che da sempre si propongono quali naturali interlocutori sui temi del buon funzionamento della Giustizia e di un’adeguata revisione dell’assetto della professione.
Ad approfondito esame del d.l. 223/06 ne rileva:
1) l’incongruità in relazione agli enunciati obiettivi di adeguamento alla legislazione europea: l’Unione Triveneta richiama la risoluzione del Parlamento europeo 23/3/2006 sulle Professioni Legali, che enuncia principi di chiara diversificazione per la professione legale e orientamenti puntualmente contrari al richiamato decreto legge in materia di tariffe (punto 15) e di pubblicità (punto 9), così denunciando altresì l’assoluta insussistenza della pretesa urgenza attribuita al decreto legge stesso;
2) l’incongruità e contraddittorietà della normativa introdotta in relazione all’enunciato fine di tutela degli utenti, in particolare per quanto concerne le fasce più deboli: nel combinato sistema dell’abrogazione del minimo tariffario, dell’abrogazione del divieto del cd. “patto di quota lite” e della liberalizzazione selvaggia della pubblicità, si materializza grave danno sia sotto il profilo degli oneri per l’assistenza legale che sotto il profilo della corretta informazione proprio delle fasce di utenza più deboli, con esclusivi vantaggi dei cd. “poteri forti”;
3) la grave riduzione dei finanziamenti per la Giustizia in un momento in cui si dovrebbe, invece, comprenderne la “centralità” e la primaria importanza per la competitività del “sistema Paese”: vengono, infatti, gravemente ridotti gli stanziamenti per la Giustizia in un momento in cui già a giugno sono esauriti i fondi per il funzionamento annuale di molti Uffici; la sostanziale abrogazione delle risorse finanziarie effettivamente disponibili per il patrocinio a spese dello stato priverà i cittadini di questa forma di garanzia;
4) l’irragionevolezza del complesso normativo in materia di fiscalità, che grava gli avvocati di oneri impropri e ingiustificatamente vessatori, anche con danno degli utenti.
L’Unione Triveneta dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati sollecita l’intervento della rappresentanza istituzionale, politica e associativa a tutela dei principi sopra enunciati, sui quali
richiama
l’attenzione dei Parlamentari eletti nei collegi del Triveneto, dichiarandosi pronta a ogni forma di utile chiarimento, confronto e collaborazione.
Con i migliori saluti.
D’ordine del Presidente
Il Segretario
(Avv. Antonio F. Rosa)