Da anni si discute in Italia del “problema giustizia” che si individua, principalmente, nell’eccessiva durata del processo civile e penale.
I 17 interventi che i tecnici-burocrati dei Ministeri hanno elaborato negli ultimi 8 anni sono sempre stati disorganici ed estemporanei con il paradossale effetto di aumentare la durata e il costo del processo.
I dati nazionali sul processo civile evidenziano che la durata media dei procedimenti è aumentata di circa due anni (da circa 5,7 anni nel 2005 a 7,4 nel 2011), i costi, incassati direttamente dallo Stato, sono aumentati del 55,62% per il I grado, del 119,15% in Appello e del 182,67% in Cassazione dal 2002 -2012.
L’Avvocatura italiana, interprete delle esigenze del Cittadino con il quale ha un contatto più immediato e diretto, continua a manifestare la propria disponibilità a collaborare per il miglioramento della Giustizia.
Propone di smaltire l’arretrato civile anche con la redazione delle sentenze e di ridurre tempi e costi delle cause mediante gli organismi alternativi alla risoluzione dei conflitti civili (camere arbitrali e organismi di mediazione).
L’Avvocatura chiede con forza di poter avere un ruolo attivo nella formazione delle leggi al fine di evitare che i burocrati dello Stato legiferino, senza aver mai “messo piede” in un’aula di Tribunale, con il risultato di aggravare il funzionamento, già di per sé complesso, del processo.
Astensione: comunicato degli Ordini di Udine e Tolmezzo
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